venerdì 26 febbraio 2010

La schiavitù oggi


Per molte persone, l'immagine che viene alla mente sentendo la parola schiavitù è legata alla tratta degli schiavi, ai trasferimenti via nave da un continente ad un altro, e all'abolizione di questa tratta nei primi anni del 1800. Anche se non sappiamo nulla del commercio degli schiavi, lo consideriamo come qualcosa legato al passato piuttosto che al presente. Ma la realtà è che la schiavitù continua ancora OGGI.
Milioni di uomini, donne e bambini in tutto il mondo sono costretti a vivere come schiavi. Sebbene questo sfruttamento spesso non sia chiamato schiavitù, le condizioni sono le stesse. Le persone sono vendute come oggetti, costrette a lavorare gratis o per una paga minima, e sono alla completa mercé dei loro 'datori di lavoro'. La schiavitù esiste ancora oggi nonostante sia vietata nella maggior parte dei paesi dove viene praticata. È proibita anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 e dalla Convenzione Supplementare sull'abolizione della schiavitù, la tratta degli schiavi e delle istituzioni e pratiche analoghe alla schiavitù dell'ONU del 1956. Donne dell'Europa dell'Est sono trascinate nella prostituzione, bambini sono venduti e comprati da un paese all'altro dell'Africa occidentale, e uomini sono costretti a lavorare come schiavi nei latifondi agricoli brasiliani.
La schiavitù contemporanea prende molte forme e riguarda persone di tutte le età, sesso e razza.

Alcune caratteristiche diffuse distinguono la schiavitù da altre violazioni dei diritti umani. Uno schiavo è:

- obbligato a lavorare - sotto minacce fisiche o psicologiche;
- posseduto o controllato da un "datore
di lavoro", di solito per mezzo di maltrattamenti fisici o psicologici o la minaccia di tali maltrattamenti;
- privato
della sua dignità umana, trattato come un oggetto o comprato e venduto come una proprietà privata; fisicamente limitato o con una libertà di movimento limitata.

La schiavitù per debito riguarda almeno 20 milioni di persone in tutto il mondo. Le persone diventano lavoratori per debito essendo stati indotti, talvolta con l'inganno,

a contrarre un prestito piccolissimo, a volte solo per acquistare medicinali per un figlio malato. Per saldare questo debito, sono poi costretti a lavorare moltissime ore al giorno, sette giorni a settimana, 365 giorni l'anno. In cambio del loro lavoro ricevono il minimo per alimentarsi e ripararsi, ma non potranno mai estinguere il debito, che può essere trasmesso a varie generazioni successive.

Il lavoro forzato riguarda persone che vengono illegalmente reclutate da governi, partiti politici o privati e costrette a lavorare, di solito sotto minaccia di violenze o altre punizioni.

Le forme peggiori di lavoro minorile riguardano i bambini che lavorano in condizioni di pericolo o sfruttamento. Decine di milioni di bambini nel mondo lavorano a tempo pieno, e pertanto privati dell'istruzione e del gioco, elementi fondamentali per il loro sviluppo individuale e sociale.

Sfruttamento commerciale e sessuale dei minori. I bambini vengono sfruttati per il loro valore commerciale attraverso la prostituzione, la vendita e la pornografia. Sono spesso rapiti, comprati o spinti ad entrare nel mercato del sesso.

Il commercio si riferisce al trasporto e/o alla tratta di esseri umani, di solito donne e bambini costretti con la forza o con l'inganno, finalizzato al guadagno economico. Spesso, donne migranti vengono ingannate e costrette a lavorare come domestiche o prostitute.

Il matrimonio precoce e forzato riguarda donne e ragazze che vengono fatte sposare senza poter scegliere, e costrette a vivere come serve e spesso sottoposte a violenze fisiche.

La schiavitù "classica" o "schiavitù-merce" comprende la compravendita degli esseri umani, che sono spesso rapiti dalle loro case, ereditati o regalati.


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